Il Medioevo nella valle dell’Astico
Territorio Interessato
Territorio comunale di Lastebasse, Pedemonte, Valdastico, Rotzo, Cogollo del Cengio, Arsiero, Velo d’Astico, Piovene Rocchette, Santorso, Caltrano e Chiuppano
Breve descrizione dell'idea progettuale
Il progetto “Il Medioevo nella Valle dell’Astico” si propone di censire, studiare, valorizzare e rendere fruibile il patrimonio architettonico e archeologico d’epoca medievale della Val d’Astico. L’idea alla base di questo intento nasce dalla constatazione che tale eredità storica risulta scarsamente nota e studiata, nella maggior parte dei casi supportata unicamente da limitate basi documentali e bibliografiche. Alle povere testimonianze scritte si aggiunge il fatto che le strutture giunte fino a noi, se non completamente cancellate o trasformate per continuità di vita, sono spesso ricoperte da una fitta vegetazione che le rende difficilmente localizzabili e identificabili. Negli ultimi decenni, infatti, il bosco si è riappropriato di gran parte dei pendii vallivi, soprattutto a causa del progressivo abbandono delle pratiche legate all’allevamento, al pascolo e allo sfalcio dei terreni per la produzione di foraggio. Ciò ha comportato, almeno apparentemente, la perdita di importanti tracce del passato, ancora parzialmente conservate o visibili nei secoli precedenti.
Il taglio cronologico della ricerca è legato al fatto che le attestazioni relative a tale periodo storico, rispetto a quelle pertinenti ad altri orizzonti temporali, sono in alcuni casi ancora oggi importanti presenze nel paesaggio e lo caratterizzano fortemente (basti pensare alle Torri di Pedescala, alla Pieve di San Giorgio a Velo d’Astico, alla Chiesa di Sant’Agata a Cogollo del Cengio solo per citare alcuni importanti monumenti). Esse tuttavia sono troppo spesso poco conosciute e valorizzate: la storiografia locale, ad esempio, relativamente all’origine di alcuni di tali manufatti, si è talvolta basata su semplici congetture, facendoli risalire ad una quasi mitologica età longobarda, sulla base esclusiva della toponomastica o, nel caso di fondazioni ecclesiastiche, di agionimi legati al mondo germanico.
Il limite geografico preso in considerazione, almeno nelle prime fasi del progetto, è quello propriamente vallivo, comprendente i comuni del Veneto che si snodano lungo il percorso del fiume Astico e nell’immediato sbocco della valle: Lastebasse, Pedemonte, Valdastico, Rotzo, Cogollo del Cengio, Arsiero, Velo d’Astico, Piovene Rocchette, Santorso, Caltrano e Chiuppano. Un contesto territoriale che potrà essere esteso in seguito ai comuni del Trentino Alto Adige o all’alta pianura vicentina.
Lo studio verrà organizzato in varie fasi, che necessariamente avranno come presupposto basilare l’acquisizione di tutta una serie di dati necessari allo svolgimento delle attività successive. Tra gli obiettivi principali vi è pertanto in primo luogo il lavoro di ricerca, ricognizione e schedatura delle diverse testimonianze monumentali note, i cui risultati faranno da supporto alle successive fasi di verifica e valorizzazione. Il fine ultimo è quello di arrivare ad una maggiore e consapevole fruizione dei siti medievali della valle, la cui conoscenza è certamente un passo importante per una riscoperta dell’eredità storica, archeologica e culturale degli attuali centri abitati e un’importante occasione di accrescimento dell’identità locale.
Concluso il censimento e la mappatura dei siti, si procederà alla preparazione di un puntuale progetto territoriale, considerando l’area presa in considerazione come un unico sistema articolato, al fine di definire e pianificare le azioni più adeguate per rendere fruibili i beni e che tenga conto delle infrastrutture esistenti, della ricettività e delle possibilità offerte dal comprensorio vallivo. Il punto indubbiamente più ambizioso, infatti, è quello legato alla valorizzazione dei diversi siti, da realizzare in stretta sinergia con le amministrazioni locali. Tale patrimonio, proprio perché qualifica il paesaggio, deve essere visto e studiato in un piano integrato che metta insieme turismo, cultura ed economia, al fine di migliorare le condizioni di vita di tutto un bacino di utenza e non solo quello del centro a cui afferisce la singola struttura. Affrontare il problema in questo modo significa coinvolgere in un discorso unitario i centri limitrofi, evitando di frammentare gli interventi e facendoli confluire il più possibile in un’unica opera di pianificazione, orientata in un’ottica di sviluppo di un intero territorio (collegando ad esempio le diverse evidenze ai percorsi turistici e storico-naturalistici esistenti, in parte già oggi di facile accesso grazie ai tracciati ciclopedonali di recente realizzazione).
Il piano di lavoro è organizzato secondo diverse e ben definite fasi operative, sintetizzate di seguito:
FASE I – Indagini Preliminari
Questa fase è caratterizzata da tre attività fondamentali:
1. Ricerca d’archivio.
2. Ricognizione.
3. Mappatura e posizionamento completa dei siti.
4. Schedatura dei siti. Uno strumento utile a tutti gli enti interessati ad una migliore gestione del territorio e di tale patrimonio.
FASE II – Ricerca sul campo
In seguito al censimento e alla mappatura dei siti si passa alla fase operativa vera e propria (realizzata in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia e gli enti locali), che potrebbe prevedere a seconda dei casi:
1. Ricerche geofisiche non invasive.
2. Esposizione e rilievo delle strutture conservate.
3. Realizzazione di sondaggi stratigrafici.
4. Scavo archeologico, di siti già noti o individuati nel corso delle ricognizioni, allo scopo di chiarirne l’origine, sviluppo planimetrico e le diverse fasi di vita.
5. Analisi del dissesto e degrado degli alzati, analisi stratigrafiche delle murature conservate.
FASE III. Valorizzazione
La fase successiva prevede operazioni volte alla tutela e valorizzazione delle evidenze oggetto di studio:
1. Progetti di fattibilità per il restauro, messa in sicurezza, accessibilità e musealizzazione dei siti.
2. Progettazione di un’efficace pannellistica.
3. Creazione di percorsi tematici in chiave “slow tourism” collegabili alla viabilità storica, ai percorsi naturalistici e ai luoghi della Grande Guerra.
4. Iniziative volte ad incentivare e migliorare la fruizione dei sentieri e dei tracciati ciclo-pedonali già esistenti, a vantaggio delle attività commerciali e di accoglienza presenti in loco.
FASE IV. Fruizione e didattica
L’ultima fase consiste nella restituzione di questi beni alla cittadinanza, attraverso attività culturali volte alla loro promozione e fruizione:
1. Creazione di proposte didattiche destinate agli istituti scolastici.
2. Progettazione di visite guidate per gruppi scolastici, turistici o destinate agli abitanti locali.
3. Possibilità di realizzare cantieri aperti, visitabili e collegabili alla didattica scolastica.
4. Progettazione di percorsi archeologici dedicati, con la possibilità di divulgazione attraverso la realizzazione di un sito web.
5. Possibilità di progettare eventi a tema storico con promozione delle attività artigianali e delle eccellenze enogastronomiche del territorio.
6. Possibilità di realizzare video e/o documentari di promozione turistica.
7. Possibilità di organizzare esposizioni temporanee a carattere artistico e culturale, collegate alla riscoperta di questi luoghi.
Dettagli
Sei alla ricerca di partner?
Sì
Enti pubblici
In che modo la tua idea progettuale facilita o rende possibile la creazione di reti all'interno dell'ambito territoriale del GAL?
Il progetto si prefigge di coinvolgere amministrazioni locali, associazioni, aziende e privati esercenti, attraverso un piano concertato che intende trovare nuovi stimoli di tipo storico-culturale e ambientale valorizzando ciò che c’è di unico e straordinario nel territorio e costruendo attorno ad esso un motivo di attrazione per quei viaggiatori e turisti "slow" attenti alla storia e alla peculiarità del contesto montano. L'obbiettivo fondamentale è quello di restituire alle comunità locali la conoscenza e la fruibilità dei luoghi del loro passato medievale, troppo spesso poco noti o del tutto dimenticati, ma anche fare in modo che essi contribuiscano al loro sviluppo, attraverso la creazione di percorsi, eventi e iniziative tese ad ampliare l'offerta turistica di questi territori. Questo intento risulta più facilmente realizzabile se supportato da una rete di partner, il cui scopo comune sia quello di promuovere la valle, i suoi prodotti e le sue specificità, anche attraverso la ricchezza del suo patrimonio archeologico, storico-artistico e naturalistico, elementi culturali che sono alla base dei suoi valori identitari.
La creazione di una rete di partner può essere agevolata nei seguenti modi:
- Sviluppando l’integrazione tra sistema imprenditoriale e ricchezza culturale del territorio.
- Potenziando la presenza delle imprese sul territorio e nel mercato, accrescendo la propria conoscibilità e riconoscibilità nel mercato anche in forza dell'heritage marketing.
- Ampliando la visibilità in ambiti e target di utenza non ancora raggiunti dall’attività promozionale di ciascuna impresa.
- Coniugando sviluppo culturale e attrattività territoriale in fruttuose collaborazioni pubblico-privato.
- Individuando e canalizzando fonti finanziarie atte alla promozione delle imprese della rete.
- Favorendo la creazione di nuova imprenditorialità, nei settori della cultura, del turismo e dell’ambiente, per lo sviluppo locale sostenibile.
- Investendo sulla tutela e valorizzazione delle identità locali in una logica di sviluppo del territorio.
- Valorizzando il patrimonio storico culturale e architettonico delle comunità locali.
- Coniugare, in una visione di rete, le iniziative già avviate nel territorio in materia di beni culturali.
- Diffondendo i valori connessi al mecenatismo e alla cultura delle qualità come nuova frontiera della valorizzazione;
- Ricercando forme di compartecipazione e condivisione tra settore pubblico e privato al fine di incentivare le imprese impegnate in ambito culturale.
- Avviando una serie di eventi promozionali e divulgativi, in cui favorire la contaminazione tra contenuti culturali e conoscenza di eccellenze produttive locali, gastronomiche, artistiche, ecc.
Si tratta di iniziative atte a incentivare la crescita economica, mediante la valorizzazione dell'heritage marketing e attraverso un potenziamento della capacità di promuovere il patrimonio storico-archeologico e culturale.
Dettaglia la tua idea dal punto di vista economico, per i primi tre anni di attività: costi di avviamento/investimento, costi fissi, ricavi e margini, ecc…
Va premesso che l'intero progetto avrà come presupposto basilare l’acquisizione di una serie di dati preliminari necessari alla progettazione e allo svolgimento di tutte le operazioni successive. I primi anni di attività saranno pertanto indirizzati all'acquisizione di informazioni essenziali quantificati approssimativamente da un punto di vista economico come segue:
1. RICERCA D'ARCHIVIO (€ 5.000)
• Fonti scritte edite e d’archivio.
• Dati archeologici editi e d’archivio.
• Cartografia storica, fonti iconografiche e fotografiche.
• Studio e ricostruzione della viabilità antica.
• Fotointerpretazione (LIDAR e foto aeree).
• Toponomastica.
• Fonti orali.
2. RICOGNIZIONE, MAPPATURA, PRIMO RILIEVO E SCHEDATURA DEI SITI (€ 25.000)
• Surveys finalizzati all’individuazione di persistenze architettoniche e/o tracce materiali a conforto delle notizie storiche.
• Report dello stato di fatto dei siti e degli alzati conservati.
• Mappatura e posizionamento dei siti non più esistenti noti unicamente sulla base delle fonti, strutture allo stato di rudere, strutture preservate e/o trasformate nel corso dei secoli.
• Posizionamento topografico dei diversi siti ed implementazione dei dati raccolti in un sistema GIS (Geographic Information System).
• Schedatura dei siti. Uno strumento utile a tutti gli enti interessati ad una migliore gestione del territorio e di tale patrimonio.
• Schedatura delle evidenze conservate secondo gli standard ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione).
• Rilievo fotogrammetrico delle strutture affioranti.
L'intero percorso di ricerca prevede una serie di conferenze, realizzate nei territori interessati dal progetto, per informare dei progressi e dello stato di avanzamento dell'indagine.
In seguito al censimento e alla mappatura dei siti si passa alla fase operativa vera e propria (realizzata in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia e gli enti locali), la quale potrebbe prevedere varie attività da definire sulla base dei risultati ottenuti ai punti precedenti. Di seguito si propongono dei dati economici (puramente indicativi), relativi ad attività che si potrebbero effettuare al termine delle operazioni di ricerca e ricognizione.
1. Ricerche geofisiche non invasive su siti noti privi di evidenze strutturali in superficie (€ 5.000).
2. Realizzazione di un'efficace pannellistica esplicativa dei singoli siti (€ 20.000).
3. Realizzazione di una serie di saggi o scavi stratigrafici, da concordare con la Soprintendenza, su uno o più siti ritenuti significativi o probabilmente oggetto di valorizzazione, se possibile aperti al pubblico e collegabili alla didattica scolastica (€ 20.000).
4. Creazione di mappe e percorsi tematici in chiave “slow tourism” collegabili alla viabilità storica, ai percorsi naturalistici e ai luoghi della Grande Guerra (€ 5.000).
Altri interventi (concernenti ad esempio la possibilità di effettuare restauri o consolidamento di strutture etc.) risultano difficilmente prevedibili e quantificabili senza una base conoscitiva certa e potrebbero essere oggetto di un secondo ciclo di finanziamenti.
Ci sono dei modelli già esistenti a cui la tua idea si ispira? Quale successo vorresti replicare e migliorare?
Progetti dall'indirizzo simile (volti però unicamente allo studio e alla valorizzazione dei siti fortificati d'epoca medievale) sono stati realizzati nel territorio della provincia Siena e nel comprensorio dei Colli Euganei, in provincia di Padova, sviluppati rispettivamente dall'Università di Siena e dall'Università Ca' Foscari di Venezia. Seppur basata su presupposti metodologici analoghi l'iniziativa qui proposta ha un obbiettivo finale più concreto e meno accademico, quello di restituire alla conoscenza e alla fruibilità collettiva i diversi siti oggetto d'indagine, facendone un volano per l'economia turistica della zona.